Tutorial per creare un paesaggio autunnale vibrante ed espressivo con i colori ad olio
Ciao e benvenuti in questo nuovo articolo sulla pittura ad olio.
Oggi voglio parlarvi di una tecnica pittorica molto interessante che nell‘800 ha visto alcuni grandi pittori e studiosi dei fenomeni ottici alle prese con un nuovo approccio pittorico: il Puntinismo.
Quando si parla di pittura, ma anche di arte in generale, è fondamentale comprendere che i colori che oggi troviamo già pronti nelle diverse cromie e gli accostamenti cromatici a cui siamo abituati e che eseguiamo quasi con automatismo, sono in realtà il frutto di anni di studi e ricerche di chi nel tempo ha strutturato quella che oggi chiamiamo storia dell’arte.
Pointillisme
Il Puntinismo, anche chiamato Pointillisme è un movimento artistico nato dalla curiosità e l’interesse di pittori come George Seurat e Paul Signac nei confronti delle nuove scoperte nel campo della percezione visiva e della teoria del colore.
Il Puntinismo, come tutte le altre correnti che si sono susseguite nel tempo, guarda le novità ed il progresso del momento ma attinge anche da ciò che lo ha preceduto.
Con questa breve premessa vorrei che venisse compreso quanto ogni pittore, per trovare l’ispirazione e per portare innovazione deve attingere sempre dalla realtà che lo circonda, dalle influenze del suo tempo, ma anche da ciò che lo ha preceduto perché senza di quello non esisterebbe nemmeno la sua realtà.
Probabilmente i pittori come Seurat, prima ancora di essere visti e classificati come pittori andrebbero collocati tra i ricercatori, perché le opere eseguite con questa tecnica sono dei veri e propri studi di percezione del colore.
La resa pittorica finale non è quella di un quadro espressivo e dinamico; questa tecnica infatti non vuole essere in primo luogo una forma espressiva ma un vero e proprio strumento di conoscenza dei fenomeni ottici.
La nascita del Divisionismo
Seurat sperimentò la tecnica del divisionismo immediatamente dopo aver appreso gli studi del chimico Michel-Eugène Chevreul sulla teoria empirica che fissa i criteri per la classificazione dei colori: il principio di “contrasto simultaneo” secondo cui se si accostano due colori complementari le qualità di luminosità di entrambi vengono esaltate.
Questa teoria era ben nota anche tra gli impressionisti che con pennellate sciolte ed espressive mettevano già in pratica gli studi sul colore. Lo si può notare dall’utilizzo di colori brillanti e dall’abolizione del nero che lascia spazio alle ombre colorate.
Con la tecnica del divisionismo i colori puri non vengono fusi tra loro sulla tela ma rimangono divisi seguendo il principio del contrasto simultaneo.
Dunque il compito di ricreare il colore definitivo spetta alla retina dell’occhio che, mettendo insieme i punti, li fonde generando la percezione di un nuovo colore.
Dal Puntinismo ai Pixel
La grandezza di questa tecnica sta proprio nel difficile e minuzioso lavoro esecutivo in cui il pittore accosta dei piccoli puntini di colore, senza sovrapporli, generando l’illusione ottica di un terzo colore.
Se ci pensiamo un attimo, senza allontanarci troppo dalla nostra realtà, il mondo tecnologico, le immagini che vediamo tutti i giorni in movimento sui nostri smartphone, nascono proprio da quegli stessi studi sulla luce e gli accostamenti cromatici.
I pixel non sono altro che piccoli quadratini di colore accostati tra loro che il nostro occhio addiziona e fonde in immagine compatta.
Se ci soffermiamo su questo è inevitabile comprendere quanto una scoperta, una sperimentazione artistica, possano aver influenzato così tanto la nostra realtà.
Il Divisionismo italiano
Il pointillisme francese ha dato il via ad una serie di sperimentazioni in tutto il mondo, arrivando anche in Italia.
I soggetti più studiati e riprodotti con questa tecnica sono senza alcun dubbio i paesaggi e le scene di vita quotidiana all’aperto.
La differenza sostanziale tra la pittura francese e quella italiana è che la prima è più incentrata sulla ricerca scientifica, mentre in Italia, con il divisionismo, oltre ai fenomeni ottici si punta ad una tecnica di carattere artistico e simbolico.
Uno dei massimi esponenti del Divisionismo italiano è sicuramente Giovanni Segantini, un pittore che ha saputo fondere le nuove sperimentazioni sul contrasto simultaneo con la sensibilità artistica, creando delle ambientazioni vibranti e quasi eteree.
La tecnica del puntinismo
Ma come facciamo a comprendere fino in fondo una tecnica se non la mettiamo anche in pratica?
Dopo aver appreso come funziona questa tecnica dal punto di vista teorico vorrei farvi sporcare le mani con degli esercizi pratici.
Come dicevamo l’aspetto essenziale di questa tecnica è la creazione di immagini attraverso l’accostamento di piccoli punti o tratti di colore.
Esercizio 1: focus sulla tecnica
Il primo esercizio che vi propongo è prettamente tecnico e serve a prendere dimestichezza con la tecnica.
Disegniamo un cerchio e scegliamo due colori.
In questo caso ho scelto il giallo e il blu.
Utilizzando un pennello a punta morbida, tonda o piatta di piccole dimensioni, diamo dei tocchetti di colore in maniera piuttosto regolare su tutta la superficie.
Se osservate l’immagine, oltre alla grandezza del tratto, la direzione della pennellata gioca un ruolo importante. Alcuni artisti divisionisti, utilizzando i tratti di colore al posto dei puntini, sfruttavano il cambio di direzione della pennellata per dare maggior movimento all’immagine.
Dopo aver riempito il cerchio con le pennellate blu, iniziamo a dare dei tocchi di colore con il giallo, senza sovrastare il blu.
A questo punto, osservando l’immagine, notiamo che il cerchio appare riempito e i due colori risultano perfettamente leggibili e distribuiti in modo uniforme.
Per dare maggior movimento, per creare i giochi cromatici con questa tecnica, è essenziale giocare sulla dimensione e sulla distanza dei tratti di colore.
Esercizio 2: focus sul volume
In questo secondo cerchio le pennellate sono distribuite in modo differente.
Se osservate bene oltre ad aver bilanciato in modo diverso la quantità delle pennellate rosse e quelle gialle, anche la dimensione dei tratti è differente.
La differenza delle pennellate fa sì che l’insieme appaia più dinamico e vibrante, pur mantenendo la brillantezza e la saturazione dei colori.
Chiaramente più colori integriamo, più i tratti sono piccoli e vicini, e più il nostro occhio percepirà i volumi.
Se integriamo il blu tra i tratti rossi e gialli, sempre mantenendo leggibili i tre colori, il nostro cerchio inizia a prendere volume diventando una sfera.
Dipingere un paesaggio autunnale con la tecnica del puntinismo
Bene, adesso che abbiamo visto come rapportarci a questa tecnica, direi di metterci all’opera con uno dei soggetti più gettonati per il puntinismo: il paesaggio.
Pronto?
Iniziamo!
Innanzitutto impostiamo la tavolozza
I colori che utilizzeremo per questo lavoro sono:
- rosso di cadmio medio,
- giallo cadmio limone,
- blu oltremare chiaro,
- ocra gialla,
- terra d’ombra bruciata
- verde vescica.
La base
Per questa tecnica è opportuno che la base su cui dipingiamo sia bianca e non trattata con imprimiture colorate, a meno che il colore che vogliamo che prevalga nell’atmosfera sia diverso dal bianco.
Il fondo bianco permette di far leggere bene i colori che applichiamo, mantenendoli al massimo della saturazione.
Il disegno
In questo caso per impostare il disegno possiamo utilizzare direttamente il pennello, dando dei primi tocchi di colore.
In questa fase ho utilizzato solo il terra d’ombra bruciata.
Seguendo la logica della distribuzione dei tratti che abbiamo visto nell’esercizio della sfera, iniziamo a stendere il secondo colore.
Per il terreno in primo piano procediamo con il rosso.
Come dicevo il puntinismo prevede che sia l’occhio a mettere insieme i colori, pertanto, allontanatevi spesso dal lavoro per dare la possibilità all’occhio di capire come distribuire i pieni e i vuoti.
Altra cosa importante: ricordate sempre di non riempire subito tutta la superficie perché gli spazi bianchi vi servono per aggiungere gli altri colori.
Se fate i tratti troppo grandi e non lasciate spazi bianchi non riuscirete a far emergere i colori che aggiungerete dopo.
A questo punto possiamo procedere con il giallo.
Anche in questo caso osserviamo bene dove vogliamo che questo colore sia prevalente e lasciamo le parti bianche dove vogliamo che prevalgano altri colori.
Procediamo poi con l’ocra gialla. Essendo un colore che tende all’arancio, questo tono va a scaldare tutta l’atmosfera e lega maggiormente i due colori utilizzati, giallo e rosso.
Aggiungiamo adesso il blu. Questo colore, vicino al rosso e al giallo risulta predominante e raffredda i toni. In questo caso, aggiungendo il blu creiamo l’effetto scuro dell’ombra sul terreno.
A questo punto possiamo dedicarci alla parte occupata dalle chiome degli alberi
Il procedimento è sempre lo stesso: procediamo aggiungendo un colore alla volta.
Dopo aver posizionato tutti i colori, osserviamo bene da lontano se ci sono delle parti che vanno rafforzate maggiormente e definiamo le zone d’ombra.
Conclusioni
Il puntinismo non è una tecnica veloce, né di facile esecuzione e non è nemmeno immediato saper bilanciare i pieni e i vuoti dipingendo con brevi tratti di colore.
Il puntinismo richiede dedizione, tempo e tanta voglia di sperimentare, ma se ci si mette con curiosità e determinazione può rivelarsi un’esperienza divertente e formativa, utile anche ad allenare l’occhio a leggere quelle somme cromatiche che a volte diamo per scontato.
Allora, se non hai mai dipinto con questa tecnica, non ti resta che metterti in gioco e provare a dipingere il tuo soggetto preferito.
E se ti fa piacere, condividi sul nostro gruppo Facebook i tuoi paesaggi a puntinismo! 😉
Alla prossima e buona pittura,
Rosy.