In moltissimi mi avete chiesto di realizzare un corso sul disegno della figura umana. Si tratta di uno tra gli argomenti più ostici di questa disciplina perchè il corpo umano può tranquillamente essere considerato come una complessa architettura nella quale tutte le parti sono strettamente connesse e articolate nello spazio in infiniti modi. La figura umana è estremamente mobile ed espressiva e ogni sua forma è in relazione stretta con le altre.
Per imparare a disegnarla (o dipingerla) occorre studiarne attentamente l’anatomia insieme alla morfologia esterna in modo da “vedere attraverso la pelle” e saper riconoscere la natura di ogni rilievo, depressione, massa o dettaglio.
Data questa complessità si è soliti procedere analizzando il corpo umano per zone distinte tra le quali quella che crea maggiori difficoltà è solitamente proprio il particolare della mano.
Vediamo insieme il perchè e quale metodo è ideale per rappresentare coerentemente le mani nel loro articolarsi nello spazio.
Si intende per mano, la parte terminale dell’arto superiore; la sua forma, rispetto alle altre parti del corpo è fortemente influenzata dalla struttura scheletrica, che, data la mancanza di muscolatura voluminosa, affiora sotto la pelle, soprattutto nel lato dorsale.
Nella mano distinguiamo quattro regioni principali: le falangi, il metacarpo, il carpo e il polso, che si articola con radio e ulna, le ossa dell’avambraccio.
In posizione rilassata, la mano ha forma leggermente concava nella parte anteriore (palmo) e leggermente convessa nella parte posteriore (dorso).
La parte palmare è caratterizzata da due rilievi muscolari piuttosto pronunciati, uno di forma ovoidale posto sotto il pollice in senso obliquo (eminenza tenar) e l’altro posto sotto il dito mignolo che va allargandosi verso il polso.
Nella parte sottostante le dita, nella visione palmare, troviamo altre tre piccoli cuscinetti adiposi ovoidali che coprono le teste dei metacarpi e che fungono da “ammortizzatori” quando stringiamo forte qualcosa.
Il centro del palmo è una zona depressa di forma concava caratterizzata da diverse pieghe di forma variabile.
E’ importante ricordare che le dita, viste nell’insieme hanno una sagoma arcuata, sia nella parte prossimale dove si articolano al metacarpo che nel lato distale e che le falangi sono di dimensione decrescente dal basso all’alto. Il pollice ha due falangi mentre tutte le altre dita ne hanno tre.
Le dita terminano, nella parte distale con le unghie, lamine di consistenza cornea e di forma arcuata e quadrangolare o ellittica.
Queste note anatomiche rudimentali sono fondamentali per comprendere e riflettere sulla forma che dobbiamo imparare a disegnare. Disegnare, senza conoscere (visivamente) ciò che si ritrae è un grave errore da non commettere.
Vi propongo alcuni esercizi di osservazione e pratica utilissimi per iniziare a disegnare le mani.
1. Osservate la vostra mano in visone palmare e dorsale verificando come la lunghezza massima del dito medio sia uguale (o molto simile) a quella del carpo e metacarpo.
2. osservate la forma dell’arco delle dita. Poggiate la mano su un foglio con le dita prima aperte poi chiuse poi a pugno, mettete un puntino con un matita sopra ogni dita, poi togliete la mano e congiungete i puntini a formare un arco continuo e osservate bene la forma. Osservate come lo stesso arco indentico allinei le articolazioni tra la prima e la seconda falange e tra la seconda e la terza, così come le ossa del metacarpo e le prime falangi.
3. scattate diverse foto della vostra mano in posizioni differenti e provate a costruire attorno alla sagoma un poligono (come un guanto) che la circonda. Questa sarà la prima operazione da fare per disegnare correttamente la forma della mano.
4. Assumete con la mano una posizione rilassata, in modo che le dita siano leggermente piegate. Esaminate le dita e costruite le tre falangi come dei piccoli ovali di dimensione decrescente intersecati tra loro.
5. provate a immaginare le dita a sezione quadrata anzichè tonda, cioè come piccoli parallelepipedi anzichè cilindri. Esercitatevi cercando di rappresentare 3 parallelepipedi incastrati tra loro a creare diverse pieghe.
Provate ad applicare questi suggerimenti in un numero congruo di esercitazioni, partendo anche dal ricalco di immagini.
Questa è una bella sfida; il segreto, come sempre nel disegno è la capacità di osservazione.