Il nostro soggiorno tra Arte, Cultura e Artisti
Chi ha detto che l’arte non va in vacanza?
Sicuramente Cerchio di Giotto ci va eccome in vacanza: va a Cosenza, in Calabria.
Lascia che ti racconti…
Quest’estate 2020 ci ha regalato un sacco di sorprese, in tutti i sensi, e anche per lo staff di Cerchio di Giotto è stato lo stesso.
Sì perchè abbiamo ricevuto con immenso piacere da parte di 4 nostri iscritti un invito per visitare la splendida provincia Calabrese, Cosenza.
Come rifiutare un invito del genere?!
Zaino in spalla ed io Salvatore, sono partito per questa nuova avventura che condividerò con te per guidarti nell’entroterra artistico cosentino e consigliarti tutte le tappe che non devi assolutamente perdere.
Sei pronto/a?
Iniziamo!
Museo Diocesano di Cosenza
Come prima tappa del nostro itinerario artistico alla scoperta delle bellezze della città di Cosenza c’è il Museo Diocesano.
Il Museo Diocesano rappresenta oggi il punto d’unione tra passato e presente.
Al suo interno vi sono numerose sale che ospitano opere artistiche davvero spettacolari, come ad esempio il bellissimo “Polittico dell’Annunciazione (1545)”
In una sala semicircolare è custodita la preziosissima Stauroteca, o croce reliquario, opera unica in oro sbalzato, filigrana a vermicelli, smalto, adamantini e cristallo di rocca del XII secolo.
Piccola curiosità:
La tradizione vuole sia stata donata da Federico II di Svevia in occasione della consacrazione della Cattedrale nel 1222 e proprio per questo è diventata il simbolo di Cosenza.
Il Duomo di Cosenza
Come seconda tappa del nostro tour, c’è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il cuore del centro storico di Cosenza, più precisamente in Piazza Duomo.
Le sue origini non sono ben chiare ma si pensa che la sua costruzione risalga al secolo XI. Per le meraviglie che custodisce al suo interno, dal 2011 è patrimonio dell’UNESCO.
Il Duomo di Cosenza si presenta con una facciata a salienti divisa in tre parti che rappresentano poi le tre navate interne.
All’interno della Cattedrale si trovano custodite due cappelle barocche.
La prima è dedicata alla Madonna del Pilerio, e custodisce l’icona bizantina del XII secolo della Madonna che allatta il Bambino.
La seconda, invece, è quella della Confraternita detta di Orazione e Morte che ospita il monumento funebre dei membri dell’insurrezione antiborbonica cosentina del 15 marzo 1844.
I tesori custoditi in questa Cattedrale, non terminano qui.
Sto parlando di due importanti mausolei:
Il mausoleo di Enrico VII, composto da un sarcofago situato nella navata di destra, che raffigura in bassorilievo il mito della morte del giovane Meleagro.
Il mausoleo della Regina di Francia Isabella d’Aragona è in stile gotico ed è situato nel transetto di sinistra.
Il Castello Svevo di Cosenza
L’itinerario alla scoperta di Cosenza non si ferma anzi, si sposta sul Colle Pancrazio per ammirare quello che è il simbolo della città: il Castello Svevo-Normanno.
La sua edificazione si fa risalire al 937 d.C. per opera dei Saraceni ma è con Federico II di Svevia (XIII secolo) che la struttura conosce il periodo di massimo splendore.
Negli anni la fortezza simbolo di Cosenza ha subito numerose influenze e restauri ad opera prima degli Angioni-Aragonesi e poi dalla famiglia Borbonica.
In seguito all’ultimo restauro iniziato nel 2008, oggi il Castello è luogo di visita museale ma allo stesso tempo ospita numerosi eventi culturali ed artistici.
VIRTUAL TOUR: http://www.castellocosenza.it/Virtualtour/
Il nostro tour all’interno del Castello di Cosenza è suddivido in 8 tappe che ci permettono di visitare la fortezza in tutta la sua interezza:
- La Cittadella, denominata anche Piazza d’armi o Avanzata.
- Cisterna di Santa Barbara con annessa antica cappella in onore alla Santa.
- Sala del Ricevimento, utilizzata un tempo come rappresentanza nelle cerimonie ufficiali. Fa parte della matrice Sveva del Castello e conserva all’interno chiari caratteri gotici.
- Corridoio Angioino, sistema di corridoio coperto da strette volte archiacute, che poggiano su mensole con capitelli decorati da foglie longilinee che mette in comunicazione il grande cortile del Castello.
- Sala delle Armi, costruita al tempo di Federico II si compone di ben sei sale, tutte poste ad est, il cui ingresso originario era collocato centralmente verso il cortile.
- Sala del Trono, composta a sua volta da tre sale voltate a crociera con i tipici caratteri delle costruzioni di epoca Sveva.
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Torre ottagonale.
Piccola curiosità: già in epoca della sua costruzione per opera di Federico II racchiude un forte significato simbolico. Il numero otto infatti è la figura intermedia tra il quadrato, la terra, ed il cerchio, l’infinità del cielo, e nella cabala è il numero legato all’eternità. Federico II, molto affascinato da questi temi simbolico esoterici, utilizzava nella sue costruzioni anche molta geometria. Spesso infatti le torri assumevano funzione di gnomone, permettevano cioè di individuare l’altezza del sole e quindi segnare le ore. - Scala: realizzata nel 1700 quando la fortezza venne resa Seminario.
Accanto al castello sono visibili i ruderi della chiesa e del convento dei Cappuccini.
Per Informazioni sui biglietti e sulla programmazione degli eventi:
www.castellocosenza.it
Il Convento San Francesco di Paola
Il Convento di San Francesco di Paola venne costruito nel 1617 sui resti del cenobio della confraternita di Santa Maria della Pietra.
Il complesso architettonico, collocato su un masso di notevoli dimensioni, presente al suo interno un tunnel di trenta metri, chiamato “Lamia”, e due vecchi abbeveratoi, alimentati da una sorgente di acqua limpida e fresca.
Il tempo e le intemperie non hanno risparmiato questo luogo di culto ma fortunatamente, di recente, sono stati effettuati lavori di ristrutturazione per renderlo centro culturale – di proprietà del Comune di Pedace – per ospitare concerti, rappresentazioni teatrali, convegni, meeting e cerimonie private.
Il convento oggi ospita anche la Biblioteca comunale di Cosenza ed è l’attuale sede della scuola di restauro “C.O.R.E”.
Teatro Rendano di Cosenza
Dopo una bella pausa pranzo all’insegna della gastronomia tipica di Cosenza, è tempo di ripartire con il nostro tour artistico.
È la volta del Teatro Rendano: cuore pulsante della città antica, l’unico Teatro di Tradizione della Calabria.
Affacciato sulla splendida Piazza XV Marzo, vanta una storia prestigiosa, che ha attraversato il tempo, segnando una traccia indelebile nel tessuto culturale di Cosenza e dell’intera regione.
La sua storia inizia il 20 Novembre 1909, quando si accendono i riflettori del Teatro Comunale, si chiamava così.
L’edificio è in stile neoclassico con facciata in stile eclettico umbertino, caratterizzata da un porticato con grandi pilastri decorato a bugne lisce e piano superiore segnato da lesene che delimitano i balconi.
L’interno, in origine decorato con pitture e stucchi andati distrutti durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, è a ferro di cavallo, con ottocento posti distribuiti su tre ordini di palchi e la galleria. Il teatro conserva l’originale sipario storico, che illustra l’arrivo in città del Duca di Calabria Luigi III d’Angiò e Margherita di Savoia, opera dal napoletano Paolo Vetri.
Il palcoscenico, con una profondità di 14 metri, ospita allestimenti di spettacoli lirici, prosa, concerti sinfonici, spettacoli di danza e convegni.
Il Teatro Rendano di Cosenza oggi è il fulcro delle attività artistiche dell’intera Regione.
Per informazioni sulla programmazione teatrale e sui biglietti:
www.cultura.cosenza.it/luoghi/teatro-rendano
Galleria Nazionale Palazzo Arnone di Cosenza
Il Palazzo Arnone, costruito agli inizi del XVI secolo oggi ospita il Polo Museale della Calabria.
Sto parlando della Galleria Nazionale Palazzo Arnone, la tappa successiva del nostro percorso artistico.
La Galleria Nazionale di Cosenza espone la collezione dei dipinti che, a partire dagli anni ’80 documentano i momenti più significativi dell’arte italiana, con particolare riferimento a quella meridionale, dal Cinquecento al Novecento.
Annovera opere di Mattia Preti, due bozzetti di Sebastiano Conca, opere di Pietro Negroni, Corrado Giaquinto, Luca Giordano, Umberto Boccioni e altre opere di pregio.
Riaperta al pubblico con un allestimento in linea con gli standard europei, la Galleria Nazionale di Cosenza ha ricevuto il riconoscimento istituzionale ufficiale il 30 Maggio 2009.
Museo dei Brettii e degli Entri di Cosenza
Il Museo dei Brettii e degli Enotri è un esposizione archeologica permanente e anche un polo culturale che ospita mostre temporanee, concerti e incontri istituzionali.
Il connubio tra archeologia, arte e strumenti didattici anche digitali, consente al visitatore di vivere la cultura in maniera innovativa e piacevole, in un’atmosfera accattivante in cui l’archeologia della Calabria, marcatamente quella del cosentino, è a disposizione di chi volesse scoprire le origini antiche del territorio.
La struttura ospita una vasta collezione archeologica, proveniente dagli scavi urbani e da località diverse della provincia, che abbraccia un ampio arco cronologico. Il nucleo più rappresentativo è composto dai corredi di una vasta necropoli da Torre Mordillo.
Al successivo periodo coloniale greco fanno riferimento altri importanti reperti rinvenuti nel comune di Corigliano Calabro, in località Cozzo Michelicchio, che testimoniano l’esistenza di un edificio con una specifica destinazione sacra, un luogo di culto extra-urbano forse dedicato ad una divinità femminile, che viene considerato tra i più antichi dell’area sibarita.
Al periodo romano della città risale l’ultima acquisizione del Museo, un’elegante stele funeraria ritornata a Cosenza dopo oltre cento anni dal suo ritrovamento nei locali dell’ex Seminario Arcivescovile (attuale Biblioteca Nazionale) che rappresenta il documento epigrafico sicuramente più interessante fra quelli rinvenuti negli scavi urbani.
Il Museo dei Brettii e degli Enotri, oltre ai numerosi reperti archeologici, ospita anche, al secondo piano, una raccolta di documenti e cimeli relativa alla storia risorgimentale della città. La collezione si connette intimamente con lo stesso complesso di Sant’Agostino, all’epoca carcere borbonico, che fu probabilmente l’ultima prigione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, poi fucilati nel vicino Vallone di Rovito.
Per informazioni e biglietti
www.museodeibrettiiedeglienotri.it
Il Ponte Calatrava di Cosenza
Da pochi anni lo skyline classico della città è stato significativamente modificato dalla realizzazione deIl’impressionante Ponte Calatrava, progettato dal famoso dall’architetto Santiago Calatrava e considerato il ponte più alto d’Europa, grazie all’unico pilone inclinato alto 104 metri, da cui partono tutti i cavi d’acciaio e l’impalcato stradale.
Dedicato a San Francesco di Paola, l’opera è considerata una delle più importanti dell’Italia Meridionale e collega due zone di Cosenza divise dal fiume Crati, nella parte sud-est della città. Il design prende ispirazione dalla forma di un’arpa gigante, simbolo di armonia, e rievoca altre due opere dello stesso architetto: Siviglia nel 1992 e California nel 2004.
MAB – Museo all’Aperto Carlo Bilotti di Cosenza
Come ultima tappa, ma non per importanza, abbiamo visitato il Museo all’aperto di Carlo Bilotti. Si tratta di una vera galleria d’arte a cielo aperto, realizzata in pieno centro città: in Corso Mazzini e nelle sue diramazioni.
Il percorso del Museo all’Aperto Carlo Bilotti consente di fruire l’arte in modo innovativo, armonicamente integrato nel tessuto urbano, tra lo shopping e un aperitivo in compagnia.
Le opere d’arte contemporanea di artisti di fama nazionale e internazionale, 16 in totale, sono frutto della donazione al Comune di Cosenza della famiglia Bilotti.
Testa di Cariatide (Amedeo Modigliani)
Fa parte della serie delle Cariatidi che rappresentano la sintesi della cultura e contaminazioni di movimenti artistici europei ed africani a Parigi a partire dal 1900.
Modigliani fu influenzato dall’art nègre della scultura oceanica, l’attrazione verso il mondo esoterico, i segni della cabala, i simboli della tradizione ebraica e le reminiscenze classiche. Unico bronzo monumentale di Modigliani in Italia.
San Giorgio e il Drago (Salvator Dalì)
Nell’opera Dalì rappresenta San Giorgio, ovvero il simbolo critico-paranoico, nell’atto di uccidere il drago della ragione. Questa enigmatica composizione ripete l’iconologia cristiana e le attribuisce un senso laico. Il colore del bronzo muta nei diversi piani, come se al livello inferiore mancasse ogni barlume di luce, che invece splende nella figura che annienta il drago.
Grande Bagnante (Emilio Greco)
Una figura dinamica, conferita dalla torsione, che procede in avanti con una spinta vigorosa, ma con la grazia propria di una giovane fanciulla. Simbolo di bellezza muliebre, che rimanda al repertorio artistico del passato, e opera d’avanguardia, in cui si compie un perfetto equilibrio di forme.
Cardinale in piedi (Giacomo Manzù)
Si tratta di un’immagine solenne e allo stesso tempo maestosa, dalla schematica struttura piramidale, rappresentata assorta in meditazione. Di profilo, l’opera si svuota del suo peso materiale, diventa una figura eterea, la cui sagoma tagliente si staglia nello spazio, offrendo un raro saggio di essenzialità formale e di laica spiritualità.
Conclusioni
Da Cosenza quindi è tutto.
Spero che questo tour artistico alla scoperta della cultura artistica e architettonica di questa città ti sia piaciuta e magari, perchè no, ti sia stata di stimolo per il tuo prossimo viaggio.
Se vuoi maggiori informazioni sui posti da visitare e gli eventi di Cosenza visita:
La Calabria è una regione ricca di cultura e, se hai voglia di andarla a visitare scrivici e con piacere ti guideremo alla scoperta di tutta l’arte tipica e non risiedente un questa magica regione italiana.
Un caro saluto,
Salvatore e Marco, Andrea, Sonia