Le proporzioni della figura umana – Lezione 1

In questi anni di attività di cerchio di Giotto, sono arrivate tantissime richieste per un corso dedicato al disegno della figura umana. All’interno delle attività dell’abbonamento abbiamo quindi pensato di inserire un ciclo di sei lezioni che riguardano questo argomento e lo affrontano da un punto di vista sia pratico che teorico.

Data la complessità dell’argomento abbiamo pensato di suddividerlo in primi sei articoli che racchiudono gli aspetti fondamentali del disegno della figura umana, con l’intento di ampliare successivamente il progetto arrivando infine a realizzare un intero corso finalizzato alla rappresentazione artistica della corpo umano statico o in movimento con diverse tecniche artistiche.

Questo primo blocco di lezioni che qui si avvia, avrà questa struttura: in primis in questa lezione affronteremo le proporzioni generali del corpo umano nella sua interezza in modo da avere subito ben chiaro il rapporto che lega le diverse parti del corpo.

Questo primo blocco di lezioni che qui si avvia, avrà questa struttura: in primis in questa lezione affronteremo le proporzioni generali del corpo umano nella sua interezza in modo da avere subito ben chiaro il rapporto che lega le diverse parti del corpo.

La figura umana, come potete immaginare, è una raffigurazione estremamente complessa perché composta da un ampio insieme di parti strettamente legate tra loro.

Capire quindi le caratteristiche della struttura portante è fondamentale prima di andare a disegnare i dettagli muscolari o morfologici. Per questa ragione la prima lezione non affronta particolari anatomici o dettagli della muscolatura o della pelle ma si concentra nel farvi comprendere in modo accurato i rapporti che legano le forme e le proporzioni.

La seconda lezione compie una panoramica dei rapporti proporzionali nella figura in visione dorsale e di profilo.

Le successive quattro lezioni invece affronteranno nel dettaglio le aree principali del corpo umano ovvero:

  • Testa e collo
  • Torso e dorso
  • Arto superiore
  • Arto inferiore

Alla fine del percorso potrete ritornare sulla figura intera inserendo tutti i dettagli morfologici appresi nelle diverse lezioni.

In questa prima lezione affronteremo anche la sostanziale differenza che caratterizza la figura maschile da quella femminile.

SVILUPPO: FIGURA FRONTALE

Attingiamo subito dal mondo della storia dell’arte per parlare di un termine fondamentale legato alla rappresentazione della figura umana: il canone.

Il canone è una misura ideale utilizzata per mettere in rapporto fra loro in modo armonico le diverse parti di una struttura complessa. Nell’antica Grecia ricordiamo il canone di Policleto che trova espressione nelle proporzioni del famoso “Doriforo di Policleto”,  la scultura nell’immagine qui sopra.

rima di iniziare a sviluppare l’argomento voglio chiarire immediatamente un concetto pratico: le figure umane, gli esseri umani viventi,  sono tutti estremamente differenti tra loro. 

il canone e le misure che vi fornirò nella lezione sono “da prendere con le pinze” ovvero da verificare nei singoli soggetti che andrete a rappresentare. Le misure canoniche proposte, fanno riferimento a persone adulte,  normo peso, di razza caucasica. 

Se  scegliete di rappresentare un bambino, un anziano o una persona con particolari caratteristiche fisiche, potreste incontrare numerose differenze rispetto alla misura canonica studiata in questa lezione. L’osservazione del vero e la misurazione di ogni singolo soggetto sta alla base della buona riuscita di qualsiasi disegno, ma possedere nella mente l’idea di uno schema proporzionale e strutturale resta l’unica soluzione per orientarsi quando si imposta un disegno da zero per non perdersi e fare errori grossolani; soprattutto quando la figura è in movimento.

Studieremo quindi adesso per praticità le proporzioni di due figure, maschile e femminile, in posizione eretta frontale con le braccia completamente distese verso il basso e i piedi uniti.

Partire disegnando la figura umana su foglio bianco dal nulla è un’impresa titanica, almeno inizialmente vi suggerisco di costruire una griglia o una struttura che vi aiuti ad orientarvi ed inserire in modo coerente e collegato tutti gli elementi che osservate.

Come potete vedere nell’immagine del Doriforo di Policleto la cosa più semplice è costruire una struttura modulare di forma quadrata che abbia un’altezza di 7,5 o otto quadrati e larga 2 quadrati.

La prima cosa che faremo sarà quindi costruire due diverse griglie, una maschile ed una femminile larghe 2 quadrati e alte 7,5 quadrati. La misura del lato del quadrato e a piacere. Il mio quadrato maschile misura 3 cm di lato, la griglia femminile è composta di quadrati di 2,5 cm di lato.

La misura del foglio che sto utilizzando è un semplice A4 ma voi potreste utilizzare un foglio più grande, il che renderebbe più semplice la definizione dei vari elementi (Che su un foglio A4 risultano essere piuttosto piccoli).

La linea tratteggiata con la M indica ovviamente la metà esatta in altezza del corpo umano.

Voglio darvi un suggerimento: come per ogni pratica tecnica un solo tentativo di esecuzione non è sufficiente per dire di avere ben compreso e di essere in grado di svolgere un compito.

Per questa ragione vi suggerisco di predisporre una serie di fotocopie di questo schema per poter provare e riprovare più volte a disegnare il soggetto a memoria cioè senza più leggere il testo ma cercando di ricordare gli aspetti fondamentali spiegati e compresi. 

La stessa griglia mi servirà per disegnare la visione frontale dorsale e di profilo quindi predisponete almeno una decina di fotocopie.

Siamo pronti per iniziare:

1. La testa ha altezza pari a un quadrato, occupa quindi centralmente il primo quadrato e possiamo semplificarla in questo modo: disegniamo un piccolo cerchio di raggio ⅓ rispetto alla misura del modulo e colleghiamo questo cerchio al margine inferiore del quadrato con una piccola forma a V.

Nella prossima lezione dedicata alle caratteristiche della testa e del collo vedremo nello specifico come e dove inserire gli elementi morfologici della faccia del cranio e dei capelli, per ora potete limitarvi a tenere conto che gli occhi si collocheranno esattamente alla metà dell’altezza del primo quadrato.

2. Alla Radice della forma a V del mento si articola il collo che possiamo immaginare come una forma cilindrica che scende per ⅕ del secondo modulo, per poi allargarsi verso le spalle arrivando al margine della griglia a circa ⅖ dell’altezza del modulo.

Per meglio comprendere le caratteristiche del torso maschile costruiamo un grande triangolo come quello che ho disegnato io in rosso, che colleghi la misura massima delle spalle sino a metà del modulo numero 6 dove arriveranno le ginocchia. Avremo così una chiara idea di come il torso maschile vada restringendosi dalle spalle verso il bacino. Vedremo tra poco le differenze sostanziali rispetto alla figura femminile.

Per meglio costruire il torace maschile sovrapponiamo un’altra struttura che ho disegnato con la matita azzurra evidenziando soltanto le parti anatomiche del petto e addome sino alla cresta iliaca del bacino ovvero poco sotto l’ombelico.

 Questa forma trapezoidale è lo schema più semplice per disegnare correttamente il torso maschile.

3. Proseguendo nel disegno del torace vedremo che le spalle nella sporgenza del muscolo deltoide escono dalla larghezza della griglia mentre il petto si colloca tra il termine del modulo due e il primo quinto del modulo tre con i capezzoli collocati esattamente in corrispondenza del margine inferiore del modulo due.

Come potete vedere nell’immagine al centro, a circa un terzo del modulo numero tre troviamo il processo xifoideo indicato dalla X ovvero il punto più basso dello sterno (osso sternale), il margine centrale inferiore della gabbia toracica.

L’ombelico infine si colloca centralmente poco al di sotto del modulo numero tre dove si chiude la parte toracica e inizia il bacino.

Vedremo tra poco le differenze sostanziali rispetto alla figura femminile.

Per meglio costruire il torace maschile sovrapponiamo un’altra struttura che ho disegnato con la matita azzurra evidenziando soltanto le parti anatomiche del petto e addome sino alla cresta iliaca del bacino ovvero poco sotto l’ombelico.

Questa forma trapezoidale è lo schema più semplice per disegnare correttamente il torso maschile.

3. Proseguendo nel disegno del torace vedremo che le spalle nella sporgenza del muscolo deltoide escono dalla larghezza della griglia mentre il petto si colloca tra il termine del modulo due e il primo quinto del modulo tre con i capezzoli collocati esattamente in corrispondenza del margine inferiore del modulo due.

Come potete vedere nell’immagine al centro, a circa un terzo del modulo numero tre troviamo il processo xifoideo indicato dalla X ovvero il punto più basso dello sterno (osso sternale), il margine centrale inferiore della gabbia toracica.

L’ombelico infine si colloca centralmente poco al di sotto del modulo numero tre dove si chiude la parte toracica e inizia il bacino.

4. Il bacino occupa gli spazi 3-4-5; in particolare osserviamo la cresta iliaca visibile nella parte superiore del quadrato 4 e troviamo la massima larghezza dei fianchi in corrispondenza del trocantere del femore ad un terzo dello spazio 5. Il pube maschile scende dalla fine del quadrato 4 all’inizio del 5.

5. Ecco che a questo punto abbiamo abbastanza riferimenti per completare anche l’arto superiore. Scendendo sotto il deltoide (spalla), il braccio sino al gomito scende accanto alla gabbia toracica fino alla fine delle coste, l’avambraccio fino al pube (parte alta del quadrato 5) e la mano occupa quasi completamente lo spazio 5. Infatti la dimensione della mano aperta è grande quando la faccia ovvero quasi un modulo intero. 

6. Passiamo adesso all’arto  inferiore scendendo al di sotto del bacino,  sulla coscia.

Il suo volume di forma ellittica molto allungata scende fino a metà dello spazio 6 restringendosi gradualmente in maniera asimmetrica, cioè verso la parte mediale del corpo. Vediamo infatti che a gambe chiuse le ginocchia praticamente si toccano.

Impostiamo le ginocchia come dei piccoli tondi collocati sotto il vasto muscolo della coscia, il quadricipite, a partire dalla metà dello spazio 6, in corrispondenza del vertice inferiore del triangolo rosso.

Al di sotto delle ginocchia troviamo, nella parte mediale,1 le sporgenze del muscolo gastrocnemio (quello che molti conoscono come polpaccio); possiamo accennarlo come un’ellissi lungo e sottile; anche la parte più esterna della gamba presenta un lieve allargamento e restringimento verso la caviglia alla fine dello spazio 7 sempre per la forma del volume muscolare esterno del gastrocnemio.

Il piede infine, in questa visione frontale si presenta in prospettiva e dunque vedremo meglio la sua struttura nella visione di profilo nella prossima lezione.

Le differenze sostanziali tra questa struttura maschile e quella femminile sono diverse e profonde.

Vediamole insieme:

  1. Le spalle: sono decisamente più strette di quelle maschili. Tutto il tronco infatti si presenta più simile ad una forma quadrata/rettangolare che non a trapezio.
  2. I capezzoli, data la forma del seno, si collocano più in basso rispetto a quelli maschili. Ne deriva che la zona dell’addome è più corta mentre la distanza petto/margine inferiore della gabbia toracica è maggiore rispetto a quella maschile.
  3. Il bacino è più ampio e tondeggiante; tutta la parte toracica/addominale ha una forma più morbida che ricorda un grande ellissi e non un triangolo. 

La complessità di questa struttura può sicuramente spaventare ed è per questo che dovresti prendere confidenza con queste proporzioni prima di entrare nei dettagli morfologici e muscolari.

Prova a ripetere questo esercizio (maschile e femminile) diverse volte finché a memoria riuscirai all’incirca a ricordarle, prima di passare all’analisi nel dettaglio delle diverse parti, ti sarà molto utile soprattutto quando la figura che disegnerai non sarà eretta e frontale ma articolata in movimento nello spazio.

Non passare alla prossima lezione sulla figura umana prima di aver preso confidenza con questi contenuti.

Ci vediamo alla prossima lezione

Chiara