Il museo come luogo sociale, la collezione Piccolomini Spannochhi e Venere che benda Amore

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Simone Rega
Appassionato d’arte dalla nascita, Simone è Storico dell'Arte, Operatore Culturale, Guida turistica e Blogger d’arte di Mantova.
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Simone Rega
Appassionato d’arte dalla nascita, Simone è Storico dell'Arte, Operatore Culturale, Guida turistica e Blogger d’arte di Mantova.

In questo numero:

Il museo come luogo sociale e inclusivo 

Consigli per l’estate. Visitate Siena e la collezione Piccolomini Spannocchi 

La risposta era… Venere che benda Amore 

L’arte contemporanea spiegata “a tuo marito”

… e altro (tra parentesi)

Buona lettura 😉

Simone Rega

Dentro il museo. Conoscere a distanza

Quando l’arte aiuta a vivere

Chissà se l’arte salverà il mondo.

Intanto possiamo dire che l’arte salva le persone.

Il Sistema dei Musei Toscani ha progettato una nuova modalità che unisce la dimensione museale a quella umana coniugando didattica, formazione e cura.

Nello specifico si tratta di un’attenzione rivolta alle persone con demenza e Alzheimer predisposta da una rete informale di musei che propongono una serie di attività a loro e a chi se ne prende cura.

Dopo un percorso di formazione e allargamento della rete si è arrivati all’agosto del 2020, dopo il primo lockdown di pandemia, alla formalizzazione del Sistema Musei Toscani per l’Alzheimer, che coordina oltre 50 musei del territorio. 

L’idea vincente è di pensare al museo come a un luogo per tutti, accogliente, inclusivo e democratico e in più che possa agire come promotore sociale.

Senza intenzioni sbandierate e terapeutiche il modello che si propone è un accesso inclusivo al patrimonio da fare in modo attivo e significativo come esperienza fisica, mentale e cognitiva. 

Questa è la sfida dei luoghi come i musei, non pensarsi e non rimanere più solo come istituzioni ma porsi alla comunità come motori sociali che fanno dell’accoglienza e dell’inclusione le dinamo attorno cui muovere nuove energie.

Cosa ne pensate? Vi lascio il link dell’articolo di Artribune.

DA QUI POTETE ACCEDERE ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

Ti racconto. Storie dall’arte

Primo consiglio per le vacanze. La collezione Piccolomini Spannocchi

In estate si possono abbinare vacanze intelligenti e rilassanti, con un occhio alla natura, alla buona cucina ma anche alla cultura.

Difficile trovare un posto così? Proprio no.

L’elenco sarebbe lungo ma comincio da Siena e vi spiego l’occasione che fa per voi. Per la prima volta tutte le opere di una collezione incredibile è stata riunita in un unico spazio allestito presso Santa Maria della Scala

Si tratta di una collezione permanente di 165 opere che fino ad oggi erano diffuse in diverse sedi.

Le vicende che hanno portato alla sua creazione cominciano da Mantova ai tempi del Sacco del 1630 ad opera dei lanzichenecchi che ha visto la dispersione e la migrazione di molte opere dei Gonzaga.

Una parte di queste finisce a Trento, poi passa alla corte tirolese degli Asburgo e arriva a Siena. Si arriva infine al 1774 quando il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi unisce le casate e le collezioni.

Nel 1835 queste vengono donate alla comunità civica. Faccio un breve elenco per darvi l’idea delle meraviglie che potrete ammirare. Lorenzo Lotto, Sodoma, Sofonisba Anguissola, Giovanni Battista Moroni, Paris Bordon, Bernardo Strozzi, Domenico Beccafumi, Albrecht Dürer, Albrecht Alddorfer, Padovanino, Lucas Cranach. 

Vi lascio alcuni link utili come quello del Complesso di Santa Maria della Scala e un articolo approfondito che vi può fare da anticipazione alla collezione.

Abbinare la visita dell’esposizione alla città, ad una gita tra le campagne senesi e una degustazione di prodotti enogastronomici direi che può essere davvero una piccola vacanza già organizzata.

Vi fidate?

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Zoom. Segni particolari

Secondo consiglio per le vacanze. Mantova e Tiziano

Ecco un secondo consiglio per le vostre vacanze di agosto.

Visitare Mantova è sempre un ottimo consiglio un po’ perché è la mia città (e non posso che parlarne bene) ma soprattutto perché mette insieme tante caratteristiche che la rendono perfetta per un weekend.

Natura, arte, cibo buonissimo e alcune meraviglie davvero uniche.

È il caso di Palazzo Te, il capolavoro dell’architetto e pittore Giulio Romano che realizza per Federico II Gonzaga una villa poggiata su di un’isola.

Oggi l’isola non c’è più ma il palazzo mantiene quel fascino unico di una corte per accogliere gli ospiti, fare banchetti e sentirsi come le divinità dell’Olimpo.

Da maggio sono partite una serie di esposizioni di opere d’arte che si mettono in dialogo con il Palazzo. Prima l’arazzo della bottega di Nicolas Karcher e da giugno il capolavoro di Tiziano della Galleria Borghese.

Rispetto alle grandi mostre la Fondazione Palazzo Te sta puntando a dei prestiti di singole opere dedicate a Venere che concentrano l’interesse e l’attenzione del visitatore su un’opera alla volta contestuale alla storia del Palazzo.

Il tema dell’Amore e di Venere viene declinato attraverso le opere di diversi interpreti.

Con questo olio su tela siamo nel periodo più affascinante di Tiziano, attorno agli anni 1560-65, quando la pennellata giovanile più precisa e chiusa – dell’Amor Sacro e Profano per intenderci – si fa più aperta, calda, morbida e accoglie tutto il cangiantismo veneziano.

Il pennello si muove veloce, con tocchi rapidi, si sporca della luce e dei colori su tutta la tela richiamando vibrazioni diffuse. Si notano anche tocchi rapidi lasciati con le dita.

Siamo nello stesso periodo delle cosiddette “poesie”, un genere di pittura che racconta episodi mitici e allegorici spesso con significati allusivi, erotici e non intuibili alla prima lettura e per questo realizzate per un pubblico colto.

Come in questo caso non abbiamo molte informazioni sull’opera, anzi potremmo dire che sappiamo pochissimo. Non abbiamo il nome del committente, non abbiamo l’anno né il motivo della commissione.

Ma si è comunque potuto stabilire il riconoscimento dei soggetti e si è avanzata un’ipotesi di interpretazione. La figura sulla sinistra è Venere, quelle sulla destra due ninfe, forse Dora e Armilla che stanno portando un arco e le frecce, simboli che richiamano Cupido il figlio di Venere che infatti notiamo sulla sinistra accanto alla madre.

Però sono due i cupidi in atteggiamenti diversi. Quello sulla spalla sembra triste, quello sulle ginocchia di Venere sta piangendo forse e la madre lo sta bendando per coprirgli lo sguardo.

Probabilmente Tiziano ha rappresentato l’Amore razionale – sbendato – e quello irrazionale – bendato – che comunque, quest’ultimo, pur essendo cieco deve fare le prime esperienze, tirare con l’arco e le frecce, sbagliare se necessario. Potrebbe trattarsi di un dipinto matrimoniale commissionato da uno sposo per sua moglie. 

Tiziano non si può spiegare con le parole, va visto, e credetemi è sempre un’esperienza che vi portate via con voi anche dopo la fine della visione.

Venite a Mantova e provate! 😉

Vi lascio l’articolo e la scheda descrittiva curata dalla Galleria Borghese così potete leggere anche le vicende interpretative che ruotano attorno all’opera da circa un secolo.

DI SEGUITO POTETE CONSULTARE LA SCHEDA

Indovinello di questa settimana

I tre indizi per la prossima opera:

Ecco gli indizi dell’opera di cui parleremo nella prossima newsletter.

Si tratta di un piccolo particolare che riconoscerete subito perché iconico. Fa parte di un ciclo di quattro opere conservate a Praga in un museo che porta il suo nome e siamo alla fine dell’Ottocento.

Più che indizi è già una breve descrizione.

Storie da sfogliare

Questo potevo farlo anch’io? Ah sì? Provate!

L’arte contemporanea proprio non riesce ad andare giù a tanti, forse a molti, e i commenti che si ascoltano ad esempio alla Biennale di Venezia suonano quasi tutti più o meno così: “ma questo potevo farlo anch’io?!”.

Così questo tipo di arte subisce sempre il confronto con quella cosiddetta moderna.

Ma nessuno che metta a paragone Giotto con David o Duccio di Buoninsegna con Bosch. I momenti della storia dell’arte sono fatti di paradigmi culturali, di cambiamenti che sono più grandi dell’opera stessa. In più si tenga conto che è proprio l’essere umano ad essere cambiato, ad aver cambiato il mondo e il modo di cambiarlo.

Occorre abituarsi a vedere al di là della sostanza. Bene, per farlo vi consiglio di leggere il libro di Mauro Covacich, L’arte contemporanea spiegata a tuo marito

Con linguaggio semplice l’autore sa accendere la curiosità e arriva dritto e chiaro al cuore delle cose. Da Duchamp a Pollock, da Cattelan a Marina Abramovic, da Manzoni a Pistoletto. Buon viaggio nell’arte contemporanea. 

Tra (parentesi)

Una rubrica dedicata alle vostre curiosità

Inviateci le vostre domande e Simone vi risponderà nella prossima newsletter. Spesso tra parentesi o tra i riferimenti a margine ci sono le note più curiose e in pochi le vanno a vedere. Qui invece trovano spazio e trovate spazio voi e la vostra voglia di conoscere.

Alla prossima uscita,

Simone Rega

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